Nel vasto universo della fotografia di moda, pochi artisti hanno saputo giocare con l’erotismo e il potere femminile come Helmut Newton. Visionario, provocatorio e senza compromessi, il fotografo tedesco-australiano ha ridefinito il linguaggio dell’immagine femminile, trasformandola in un’icona di forza e seduzione. Con il suo inconfondibile bianco e nero e le sue messe in scena dal sapore cinematografico, Newton ha raccontato una donna irraggiungibile e spietatamente affascinante, incastrata in un universo in cui il glamour si fonde con il voyeurismo.

Il Mito della Donna Newtoniana
La donna secondo Newton non è mai passiva. Non è musa ispiratrice, né oggetto da contemplare. È predatrice, regina della scena, potente e inaccessibile. Gli abiti – quando presenti – sono strumenti per esaltare la sua nudità, mai veli per coprirla. Le sue modelle, spesso vestite di smoking maschili o lasciate nude con solo un paio di tacchi vertiginosi, dominano lo sguardo dell’osservatore con una presenza magnetica.
I suoi scatti, che hanno fatto la storia sulle pagine di Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair, hanno immortalato una donna emancipata, sicura del proprio potere, consapevole della propria sessualità. Una femminilità che gioca tra il fetish e l’estetica del dominio, lontana dall’innocenza e dall’ingenuità.
Il Rituale del Potere
Newton non lasciava nulla al caso. Ogni dettaglio, dall’illuminazione alla posizione di un guanto di pelle, era calibrato con ossessione. Il suo stile si muoveva tra la fotografia di moda e il ritratto psicologico, raccontando l’ambivalenza della bellezza: desiderabile ma irraggiungibile, elegante e crudele. Il suo bianco e nero, con contrasti netti e ombre taglienti, esaltava il mistero e la teatralità delle sue composizioni.
Uno dei suoi progetti più iconici, Naked and Dressed (1981), pubblicato su Vogue Italia e Vogue France, metteva in dialogo lo stesso soggetto vestito e nudo in due immagini affiancate. Un confronto che non era solo estetico, ma un manifesto sulla dualità della moda e dell’identità femminile, tra potere e vulnerabilità.

Tra Adorazione e Controversia
Newton non è mai stato un fotografo facile da digerire. Amato e criticato, ha sempre diviso il pubblico tra chi lo vedeva come un genio della moda e chi lo accusava di misoginia. Le sue donne, spesso raffigurate in pose dominanti, immerse in scenari di lusso o in situazioni ambigue, hanno acceso dibattiti infiniti sul confine tra celebrazione e oggettificazione.
Lui stesso, però, ha sempre rigettato l’accusa di sessismo. “Le mie donne sono sempre vincitrici”, diceva. E in effetti, le sue modelle non appaiono mai vittime. Sono loro a guardare l’obiettivo, a comandare la scena, a controllare la narrativa. Newton le ha ritratte come figure quasi divine, superiori e impenetrabili, ben lontane dallo stereotipo della donna-oggetto.

L’Eredità di un Maestro
Oggi, l’influenza di Newton è ovunque. Dalle campagne di moda di Tom Ford e Gucci ai ritratti di fotografi contemporanei come Mert & Marcus, il suo stile è ancora un riferimento assoluto. Il suo modo di raccontare la femminilità continua a ispirare, ricordandoci che la fotografia di moda può essere arte, provocazione, e riflessione sociale.
Nel 2024, quando il dibattito sul ruolo dell’immagine femminile è più acceso che mai, il lavoro di Newton appare ancora attuale. Rappresentava davvero un’ode alla forza delle donne o ne esaltava una visione costruita dall’uomo? Forse la risposta non è così netta. Ma una cosa è certa: nessuno come lui ha saputo rendere la sensualità così tagliente e il potere così seducente.
Zeno 27/02/25